Incontro con L’autrice Amalia Bonagura

Venerdì 3 maggio 2024- Istituto Masullo-Theti Nola

Incontro con Amalia Bonagura “Nora-Il silenzio deve tacere” con la partecipazione della giornalista Stefania Cioccolani, responsabile del “Progetto Nora”

Saluti della D.S. prof.ssa Elisa De Luca

Moderatrice prof.ssa Susy Barone

Classi e docenti che hanno guidato gli alunni nella lettura

II C inf- III C inf -  prof.ssa Elena Silvestrini

II D inf -  prof.ssa Maria Tulino

III A sia -  prof.ssa Susy Barone

Impressioni

Nora, una donna che, nella morte, non vuole più stare in silenzio, che sente il bisogno di parlare e raccontare la sua storia. Quando era in vita, Nora scriveva tutto su un quaderno rosso dove raccontava nei minimi dettagli le violenze psicologiche e fisiche a cui era sottoposta, senza motivo, dall’uomo che diceva di amarla; raccontava di Ada, la suocera, che l’accusava di provocare il marito, di istigarlo alla violenza.

Scrivere, come fa Nora, può essere un primo passo per prendere coscienza della realtà, ma poi bisogna trovare il coraggio di denunciare per riprendersi la propria vita.

Un passaggio mi ha fatto riflettere tanto: “All’improvviso, in mezzo alla notte, nel pieno del sonno, non riesco a fermarlo, una furia che si avventa e colpisce, insaziabile, senza stancarsi, ferendomi, facendomi male... annientandomi ogni volta... Lasciami respirare.”

“Io sono padrone di farti ridere o piangere, questo lo sai, vero?”

Subire la privazione della libertà e subire una “prigionia” psicologica e fisica per il fatto di essere DONNA dà l’idea della distanza che ancora ci separa dal vivere relazioni sentimentali autentiche, non inquinate dal retaggio di una cultura maschilista e patriarcale.

La cronaca restituisce ancora un alto numero di femminicidi connotati da efferatezza e volontà di annientare, come nei casi recenti di Giulia Cecchettin, uccisa l'11 novembre 2023 dal suo fidanzato Filippo Turetta, perché non accettava che lei si laureasse, che andasse lontano e che di conseguenza non sarebbe stata più "sua". Oppure la morte di Giulia Tramontano, il 27 maggio 2023, incinta al settimo mese, uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, che ha affermato di "aver agito senza un reale motivo perché stressato dalla situazione che si era venuta a creare”, perché non riusciva più a gestire la doppia relazione con Giulia e un’altra donna e soprattutto non era pronto all’arrivo di un bambino.

In entrambi i casi non si riconosce alla donna il diritto di scegliere per sé, perché è vista dal partner in funzione dei suoi bisogni, delle sue fragilità.

Nel romanzo si muovono diversi personaggi che affrontano l’argomento da vari punti di vista; il personaggio chiave è quello di Lucia, la figlia dell’avvocato che ha il compito di difendere l’assassino e far passare tutto come un incidente. Lucia è una giovane donna che prende le difese di Nora e si ribella al “sistema malato” fatto di silenzi, di omissioni e rimozione di quanto avviene, cerca di convincere il padre a non difendere un assassino, a dar voce a Nora, affinché trionfi la verità e la giustizia. Lucia rappresenta la speranza, il coraggio delle giovani donne che credono nel dovere supremo da parte di ognuno di abbattere il muro di omertà e indifferenza che oscura il futuro.

Lucia Ardolino 2^ C inf.

 

“Scrivo perché se dovesse succedermi qualcosa non voglio il silenzio” Ritengo che questa sia una delle frasi più toccanti del libro. In tutta la storia, noi lettori siamo stati messi a contatto con le emozioni e le sensazioni dei personaggi, questo ci ha fatto sviluppare una forte empatia verso di loro, in particolare con Nora, per tutto ciò che ha subito.

Credo che questo sia un grande insegnamento per la vita di tutti i giorni: empatia e comprensione, verso queste situazioni inaccettabili, in modo da contribuire a contrastarle.

Mi è piaciuto molto l’utilizzo dello strumento del diario, sicuramente efficace; probabilmente nella situazione di Nora, avrei fatto lo stesso, qualsiasi cosa per lasciare un segno, ed evitare il silenzio.

Osservando il comportamento di Ada, la suocera, si nota che lei si inventa di tutto pur di difendere il figlio. Questo ci porta ad una riflessione importante: saper analizzare sempre la situazione in modo oggettivo, indipendentemente dal legame che abbiamo con la persona che dobbiamo “giudicare”. Inoltre, questo atteggiamento di Ada finisce per trasmettersi anche al figlio, poiché, come sappiamo, le mamme svolgono un ruolo importantissimo nell’educazione del bambino. Trasmettono affetto e cura, in modo che il bambino si senta sempre amato e abbia sempre un appoggio emotivo e psicologico. Trasmettono il modo di comunicare, il linguaggio e soprattutto il comportamento, che, nel caso di Ada, è drammaticamente giustificazionista. Personalmente, quando devo leggere un libro, prima ne osservo la copertina. In questo caso, nella quarta di copertina ho trovato delle frasi che mi hanno emozionato molto. “io non c’entro, tu non c’entri! Forse dormiremo male stanotte, tu ed io, agitati, sconvolti, ma poi passerà, proveremo a dimenticare, a vivere come al solito. Ci proviamo, vero? Magari ci riusciamo”.

Qui si fa chiaro riferimento a quanti fanno finta di non vedere gli indizi palesi della violenza, talvolta in coppie insospettabili. Purtroppo non sempre le cose funzionano, per svariati motivi. La fine di una storia d’amore a volte genera frustrazione e rabbia, e in alcuni casi gli uomini ricorrono alla violenza, spesso a causa dell’ambiente sociale in cui sono cresciuti, per mancanza di empatia ed educazione. Nei casi peggiori, la violenza è usata anche quando la relazione sembra andare bene, lì la causa può essere un’iper-protezione da parte dell’uomo e un piacere della donna nel sentirsi protetta e al sicuro. A questo punto, l’uomo per mancanza di buon senso, va oltre l’iper-protezione, inizia a trattare la donna come se fosse di sua proprietà, ed ecco che arriva la violenza.

Un’ altra nota di merito dell’autrice riguarda l’abilità di narrare un tema così complesso, attraverso brevità intensa ed efficace, usando la tecnica del finale aperto. Spesso quando si è impiegato tempo e attenzione per leggere un libro, per seguirne la storia, il finale aperto lascia un po’ l’amaro in bocca. In questo caso non è stato così, perché si è speso un tempo congruo per leggere il libro, di conseguenza il lettore non è stanco, non ha esaurito il piacere della narrazione, anzi è motivato a ipotizzare vari finali, anche confrontandosi con altri lettori.

                                                                                                        Michele Franzese 2^ C inf.

Incontro con l'autrice