Nel nome della memoria: il sacrificio di Antonio Barone e il dovere della pace

Giovedì 27 novembre 2025 si è svolta nel cimitero di Nola la commemorazione in onore di tutti i caduti in guerra. Una cerimonia che la nostra scuola celebra ormai dal 2015, da quando, in occasione delle commemorazioni per il centenario della Grande guerra, l’Istituto “Masullo-Theti” adottò l’edicola funeraria del caporale Antonio Barone, giovane soldato nolano morto sul fronte del Piave a soli 22 anni.

Alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, sono intervenuti gli alunni delle classi 4^ A RIM/SIA, 4^A AFM, 5^A SIA, 5^A TEL, 5^D INF, 4^D INF, accompagnati rispettivamente dai docenti A. Tanzillo, S. Barone, G. Napolitano, N. Serpico, A. Nappi, M. Martone e T. Falco.

Un omaggio doveroso ad un giovane soldato la cui vita e il cui sacrificio rischiavano di essere smarriti nella brutalità della Grande guerra e nell’indifferenza delle pagine di storia.

Antonio Barone nacque a Nola il 28 agosto 1896 e a soli 19 anni fu chiamato alle armi. Dopo quasi tre anni di guerra, il 17 settembre 1918, a 22 anni, donò la sua vita per la patria. La sua sorte fu beffarda perché morì due mesi prima della fine della guerra; i suoi resti furono portati nel cimitero di Nola nel giugno 1924.

La sua memoria rischiava di essere dimenticata, ma il destino ha deciso diversamente. Nel 2015, in occasione del centenario della Grande guerra, le scuole furono invitate a dedicare momenti di riflessione a questo importante tema. La prof.ssa Fortuna Dubbioso, con l’aiuto dell’allora Dirigente scolastica Anna Maria Silvestro, decisero di adottare l’edicola funeraria del caporale bombardiere, che era in condizioni fatiscenti. Furono raccolti fondi per la ristrutturazione e fu organizzata una cerimonia per omaggiare il sacrificio del giovane soldato. Da allora, ogni anno a Novembre, in onore delle forze armate e della commemorazione dei defunti, diverse classi del “Masullo-Theti” si recano al sepolcro per ricordare il caporale Barone.

La cerimonia di giovedì è stata organizzata dalla prof.ssa Susy Barone e moderata dalla prof.ssa Silvestrini che ha sottolineato come il ruolo di questo evento sia quello di trasmettere i valori della solidarietà e della disciplina morale, valori necessari e insostituibili nella coscienza di tutti, soprattutto in quella dei giovani.

Successivamente è intervenuta la nostra Dirigente scolastica, la prof.ssa Elisa De Luca, invitando a riflettere sulle vite dei soldati caduti in guerra e a onorare quotidianamente il loro sacrificio. È grazie a loro che oggi possiamo godere del diritto a un mondo di pace e libertà.

Nel suo intervento, il sindaco di Nola Andrea Ruggiero ha omaggiato il caporale Barone come giovane soldato nolano. Dal canto suo, il generale Roberto Nardone ha evidenziato come sia facile nella società di oggi dimenticarsi dei valori di sacrificio e di altruismo dimostrati dai soldati, ed è anche grazie a manifestazioni come questa che rendiamo il loro esempio immortale.

Dopo l’esecuzione de “Il silenzio” a cura del trombettiere Luigi Capuozzo, i ragazzi del “Masullo-Theti” hanno deposto una corona d’alloro sulla tomba del caporale che è poi stata benedetta dal cappellano del cimitero e dal cappellano militare.

Commovente anche il momento dedicato alla lettura di testi poetici dedicati alle guerre dimenticate e letti da Francesco Orilio e Bartolomeo Nappi della 4^ D inf e da Gabriele Napolitano della 4^ A rim.

A concludere l’evento la prof.ssa Dubbioso, che, come ogni anno, ha letto una lettera da lei scritta nella quale immagina di dare voce al caporale Barone. Un messaggio lucido e accorato in cui ha denunciato come, in un mondo che ha raggiunto un livello di progresso impensabile, l’umanità continua a mostrarsi vulnerabile al richiamo del conflitto. Nonostante tutto, non bisogna scoraggiarsi: noi giovani, con la nostra energia, dobbiamo avere il coraggio di costruire la pace, di fare nostre le speranze e le necessità degli altri e riconoscere che il mondo non è bianco e nero, ma di infinite sfumature, soprattutto nelle relazioni umane. La scuola deve assumersi il compito di educarci a custodire una speranza capace di resistere anche nei momenti più difficili.

La storia del caporale Barone ci induce a riflettere se la sua morte, come quella di tanti giovani coinvolti nei conflitti attuali, sia stata davvero necessaria. In guerra si insegna ai soldati che devono sconfiggere e uccidere un “nemico”. Ma come si può desiderare la morte di un uomo solo perché definito tale? Un uomo di cui non conosciamo il nome, il volto, la storia? Un uomo che non abbiamo alcuna ragione di odiare?

La guerra non genera altro che distruzione, eppure, nonostante questa consapevolezza, l’umanità sembra incapace di liberarsi dal suo peso. Pensare che un giorno l’uomo possa affrancarsi dalla guerra può sembrare un’utopia; tuttavia, noi giovani, abbiamo il dovere di provarci, impegnandoci ogni giorno a costruire un futuro migliore.

 

Mariano Riccardi 5^ D inf

Lettera del soldato Novembre 2025

27 Novembre 2025

Amici carissimi,

grande è la mia gioia quando vi incontro. Ancor più in questo tempo. So che avete letto le mie lettere riflettendo su quanto negli anni io vi abbia detto. Avete ormai compreso cosa sia la guerra: sangue, distruzione, violenza, fame, dolore, spasimo, annientamento dell’umanità.

La guerra non ha senso per la natura stessa dell’uomo. È un controsenso. Eppure lascia esterrefatti l’impossibilità di una soluzione alternativa: tante sono le guerre nel mondo.

L’uomo è andato sulla Luna, intende andare su Marte: un’impresa immane e non riesce a fare a meno della guerra!

Purtroppo, dobbiamo essere reali, il male non è un’idea, è una filiera. Ha uffici, contabili, piani industriali. La guerra non “scoppia”, si produce, si finanzia, si premia.

E quando uno Stato aumenta la spesa per le armi, questa cosa non rende più sicuri, ma ci rende più soli e più poveri. Così il male si gonfia come una vela che abbracciandosi unicamente al vento cattivo, prende il largo e tutti pèrdono.

Con l’energia e l’entusiasmo della vostra giovane età dovete, sulla terra, costruire un cantiere di pace. Un cantiere sempre aperto in cui, come instancabili artigiani, avere il coraggio di costruire mattone su mattone la pace, ogni giorno, senza attività teatrali, senza fare notizia, ma assumendo comportamenti che cambiano la vita.

La pace significa coerenza, legalità, rispetto dell’altro. Costruire la pace vuol dire far proprie le speranze e le esigenze degli altri. La pace nasce anche dalla fatica di dire no quando è necessario.

I vostri docenti vi aiuteranno in questo. Saranno con voi per farvi vedere la luce anche quando qualcuno la spegne, la bellezza del creato anche quando c’è chi la deturpa, la verità delle cose anche quando viene nascosta.

Il maestro vi aiuterà a capire che non esiste solo il bianco e il nero, il tutto o il niente,

specialmente nelle relazioni umane. Esistono le sfumature, i colori e sono proprio quelli a rendere le cose belle, a far profumare di vita ogni cosa, a dare leggerezza ad ogni pensiero, a dare significato ad ogni gesto anche il più piccolo.

La scuola insegna la sacralità della vita contro chi la sfregia, insegna la speranza   nelle ore di angoscia, a guardare in alto perché siamo impastati di terra e di cielo.

A voi l’augurio di crescere nella bellezza: perché la vostra vita sia un inno alla gioia  un canto alla pace. Sarò compagno sulla vostra strada, per voi sarò la sentinella del bene.

Saluto e ringrazio le autorità civili, militari e religiose presenti, il Dirigente scolastico, tutto il personale della scuola, tutti i convenuti qui presso la mia tomba.

A voi amici cari un abbraccio forte, con la promessa di un’amicizia che non finirà. Siate felici! Io lo sono.

Vivo immerso in una dimensione senza tempo, di bene e di stupore inenarrabili a mente umana, inafferrabili per chi vive laggiù.

Dal cielo non vi dimenticherò.

                                                                                                         Caporale Antonio Barone